La partita IVA e cioè l’imposta sul valore aggiunto è una tassa che tutti devono pagare su una transizione commerciale. Questo vale per generi alimentari di prima necessità come ad esempio il pane, la cui tassazione è del 4%, fino ai servizi di consulenza, finanziari, e tutta la maggior parte delle altre operazioni commerciali i cui prodotti vengono tassati al 22%. C’è anche la possibilità di ricevere una tassazione del 10% come è l’esempio del settore alberghiero.
L’IVA viene pagata dal cliente o dal fruitore del servizio e viene trattenuta dal commerciante, il quale con cadenza trimestrale dovrà poi provvedere a pagare a sua volta l’IVA per la somma totale di tutti i prodotti venduti (e tassati) e/o di tutti i servizi resi.
L’ente incaricato di incassare questa imposta è l’Agenzia delle Entrate, uffici direttamente collegati alla fiscalità del Governo Italiano.
Come calcolare la partita IVA già lo spieghiamo nella pagina che ti abbiamo indicato poc’anzi perché è importante che sia
In realtà non è nulla di trascendentale: si parla semplicemente di un calcolo sulla base di una proporzione dove si deve solo fare attenzione alla percentuale di aliquota da inserire e al totale da cui ricavare l’imposta.
Con la proporzione si calcola il totale IVA dall’importo lordo. Ovviamente è poi un gioco da ragazzi calcolare l’imposta sottraendo l’IVA all’importo lordo. Con questa sottrazione non facciamo altro che calcolare imponibile.
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